La Filcams Cgil interviene sugli arresti domiciliari per l’imprenditore Giovanni Caronna accusato di “caporalato” per lo sfruttamento di 58 lavoratori dei suoi 11 punti vendita, costretti a lavorare full time pur essendo assunti con contratti part time, ai quali sarebbero stati negati anche ferie e riposi.
“Occorre un impegno senza soste contro il caporalato, per sradicare sfruttamento e abusi. Dopo l’indagine di pochi giorni fa, che ha svelato il caso dei 27 dipendenti palermitani sfruttati come schiavi in un’azienda gestita da commercianti cinesi, emerge con questa indagine una nuova realtà altrettanto drammatica – dichiarano il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e la segretaria Filcams Palermo Alessia Gatto – Non possiamo che ribadire forte preoccupazione e sottolineare la necessità di rinforzare i controlli, di potenziare gli ispettorati perchè il fenomeno del caporalato, del lavoro nero, grigio, sottopagato continua ad allargarsi in città, sia nei piccoli esercizi che nei negozi dei grandi centri commerciali. Imprenditori senza scrupoli, che addirittura vessano e spiano i loro dipendenti, dimostrano di sentirsi liberi di operare come meglio credono, non essendoci controlli adeguati a fronteggiare la criticità del fenomeno. I lavoratori hanno paura a denunciare e lo fanno quando il rapporto di lavoro è già incrinato e non hanno più niente da perdere. Altrimenti tutelano quel poco che hanno”.
La Filcams Cgil Palermo lancia un richiamo alla politica e alle istituzioni competenti perché provvedano per potenziare in termini numerici gli ispettorati del lavoro, per garantire maggiori controlli.
“Con controlli assicurati in maniera sistematica, le aziende sarebbero indotte al rispetto dei contratti – aggiungono Aiello e Gatto – Continuiamo a ricevere lamentele di lavoratori e lavoratrici impiegati per 20 ore ma che in realtà ne fanno anche più del doppio, non retribuite. Ci chiamano piangendo, ci raccontano che sono sfruttati e sottopagati man hanno paura di iscriversi al sindacato per eventuali ritorsioni. Se non è caporalato, cosa è”.
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