Palermo 15 novembre 2023 – Il 17 novembre si ferma anche a Palermo il mondo della scuola, di università, ricerca, Afam e formazione professionale.
L’intera categoria del mondo della conoscenza partecipa alla prima giornata dello sciopero generale nazionale indetta da Cgil e Uil contro la finanziaria.
La Flc Cgil Palermo prenderà parte al corteo degli studenti alle ore 9.30 da piazza Ruggero Settimo, di fronte al Politeama, per convergere al presidio sotto l’Ars degli altri settori in sciopero del servizio pubblico, enti locali, trasporti.
Al centro della protesta, salari e rinnovo del contratto e tutti i temi della mobilitazione nazionale contro la manovra del governo, a partire dalle pensioni e dal forte no all’autonomia differenziata, che il 17 risuonerà sotto la sede del parlamento regionale siciliano.
“Respingiamo con forza la proposta di legge dell’autonomia differenziata che mira a distruggere la scuola della Costituzione in nome di campanilismi inconcepibili e ingiustificabili, in un’epoca e in un mondo globalizzato – afferma il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino, che ieri ha riunito l’assemblea generale per discutere delle ragioni dello sciopero – Per noi la scuola è e deve rimanere una, unica e unita. Respingiamo l’idea di differenziazioni stipendiali territoriali, di contratti diversi da regione a regione, di ruoli regionali e scuole a diversa velocità”.
La Flc Cgil chiede investimenti adeguati per il settore e ribadisce la sua ferma opposizione a provvedimenti come il dimensionamento della rete scolastica nazionale, che vedrà solo quest’anno in Sicilia perdere 92 autonomie scolastiche (80 milioni in meno nel triennio) o come la riforma degli istituti tecnici e della filiera tecnologica che prevede la riduzione degli anni da 5 a 4, con evidenti ripercussioni sul personale.
“Siamo convinti che proprio la mancanza di investimenti adeguati in istruzione e conoscenza determini costi sociali elevatissimi, la scuola – aggiunge Cirino -deve tornare ad essere centro educativo e formativo di cittadini responsabili e non luogo di addestramento al lavoro. L’università deve tornare ad avere uguale prestigio in tutte le zone del paese senza differenziazioni territoriali”.
Per il settore della formazione professionale, la Flc Cgil chiede di rinnovare il contratto scaduto da dieci anni ed eliminare il problema dei contratti pirata al ribasso.
E sempre aperta è anche la vertenza per le stabilizzazioni dei precari nei vari settori della conoscenza. “Occorrono, infine – conclude Cirino – politiche di sviluppo che abbiano come centro propulsore i settori della conoscenza, che puntino a stabilizzare il personale precario su tutti i posti disponibili sia a scuola che nell’università e nei policlinici, e nella ricerca”.