Logistica, un comparto in grande espansione ma con poche regole, tra contratti “pirata” e concorrenza sleale. L’allarme di sindacati e Legacoop: “Necessari protocolli di legalità e iniziative comuni per monitorare il settore”.
Palermo 15 settembre 2021 – Un osservatorio provinciale per monitorare il comparto della logistica e un protocollo di legalità, condiviso tra i sindacati e le associazioni datoriali, per regolamentare gli appalti e le esternalizzazioni nel settore.
Sono alcune delle proposte emerse a un incontro che si è svolto presso la Legacoop, in via Borrelli, con la Cgil Palermo, la Uil Sicilia-Palermo, le categorie dei trasporti Filt Cgil e Uil trasporti e i responsabili dell’associazione.
Un primo passo per provare a mettere ordine e regole in un settore in continua espansione che, a livello nazionale, occupa 800-900 mila lavoratori e che in provincia di Palermo conta numerose aziende operative tra i nodi industriali di Brancaccio, Carini, Termini Imerese, e nei porti di Palermo e provincia, e dà lavoro a migliaia di addetti.
All’interno del comparto, alti sono i livelli di criticità riscontrati: molte aziende – è la denuncia di sindacati e Legacoop – operano sul mercato “in maniera sleale”, con contratti sottoscritti da sigle autonome che comprimono il costo del lavoro. La proliferazione di questi contratti, “peggiorativi delle condizioni dei lavoratori”, ha messo in allarme i sindacati che, raccolta la disponibilità di Legacoop, hanno avviato un percorso per ripristinare le regole interconfederali e il rispetto della legalità nel settore.
“La nostra volontà è quella di contrastare in maniera unitaria, e con l’intervento delle istituzioni, queste pratiche lesive dei diritti dei lavoratori e delle regole del mercato – dichiarano in una nota unitaria il segretario Cgil Palermo Francesco Piastra, il segretario Filt Cgil Palermo Giuseppe Ferrito, il segretario Uil Sicilia Pietro Gaglio, i segretari Uil Trasporti Paolo Amato e Paolo Di Maio, il presidente Legacoop Sicilia Filippo Parrino e la direttrice regionale Legacoop Angela Maria Peruca.
“La contrattazione deve attenersi alle regole condivise dai contratti nazionali e dagli accordi confederali – aggiungono Cgil, Uil e Legacoop – E’ importante ricercare la condivisione con le associazioni datoriali interessate a una sana e leale concorrenza. Oggi abbiamo condiviso l’avvio di un discorso comune e posto le basi affinché si possa costituire un osservatorio sul settore e si possa creare, con il supporto delle istituzioni, un protocollo d’intesa che regolamenti gli aspetti che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’ applicazione dei contratti, il rispetto delle regole previdenziali”.
Le parti hanno quindi condiviso di contrastare il processo di diffusione di contratti “pirata” per porre un freno a tutte le forme di concorrenza che si giocano sul non rispetto di leggi e regole. “Nell’ambito di questo primo incontro – proseguono Cgil, Uil e Legacoop – abbiamo insieme sostenuto l’importanza di una ripresa della contrattazione di secondo livello con le aziende. Riteniamo che così si possa riprendere un percorso negoziale per la stipula dei contratti di secondo livello, nell’alveo delle regole interconfederali”.
L’azienda di logistica Newcoop, presente all’incontro, ha dato disponibilità immediata alla ripresa della trattative per la negoziazione di un accordo di secondo livello. “Auspichiamo che che ciò possa avvenire nei prossimi giorni in maniera unitaria – aggiungono Cgil, Uil e Legacoop – Questo settore è in grande crescita e ha bisogno di una regolamentazione. Il recapito merci con i corrieri è utilizzato da tutte le aziende della grande distribuzione: tutti ormai si appoggiano ai grossi poli logistici per le spedizioni. Bisogna ottenere che le leggi, le regole, i contratti e gli accordi confederali sottoscritti da Cgil, Cisl, Uil e dalle associazioni dei datori di lavoro vengano rispettati per promuovere la legalità del settore e la sana concorrenza tra le imprese. I punti al centro di questa vertenza sono due: il contrasto dell’applicazione di contratti che prevedono elementi di distorsione della concorrenza, con minimi salariali e condizioni normative non in linea con quanto previsto dai contratti sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. E la regolamentazione degli appalti e delle esternalizzazioni, per evitare la parcellizzazione infinita del lavoro e la competizione spasmodica al massimo ribasso”.