Palermo 5 maggio 2025 – Preoccupazione per il futuro della Reset. La Cgil Palermo e la Filcams Cgil Palermo hanno chiesto oggi un’audizione alla terza commissione consiliare aziende partecipate e un incontro al sindaco e all’assessore al ramo per avere chiarimenti sulla tenuta della società partecipata “multiservizi”.
Le preoccupazioni di Cgil e Filcams fanno seguito alla nota del ragioniere generale del Comune Paolo Boushlav Basile, in risposta alla relazione dell’ufficio preposto al controllo analogo, che ha trasmesso considerazioni critiche relativamente alla chiusura del quarto trimestre 2024 della Reset.
La nota del ragioniere generale, riferiscono Cgil e Filcams, dipinge un quadro allarmante per la Società Re.Se.T. Palermo S.c.p.a. “L’accertata fragilità strutturale dell’equilibrio economico, evidenziata dalla dipendenza da fattori esterni (decontribuzione Sud) e dall’incremento incontrollato dei costi (incremento dell’orario a 40 ore), compromette seriamente la continuità aziendale della partecipata – scrive il ragioniere Basile – Questa situazione non solo espone la società ad un futuro incerto, ma costituisce un rischio concreto per gli equilibri di bilancio del Comune di Palermo, che si troverebbe a dover gestire le conseguenze estremamente gravi di una potenziale crisi aziendale”
Il ragioniere conclude chiedendo alla Reset e al Comue che vengano prese misure correttive immediate, per scongiurare una gestione in perdita e le paventate conseguenze negative per la società, il Comune e la collettività.
“Esprimiamo grande preoccupazione per la tenuta dei livelli occupazionali della Reset e chiediamo un chiarimento e soluzioni immediate per evitare che la situazione precipiti – dichiarano il segretario Cgil Palermo Dario Fazzese e il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello – Per questa ragioni abbiamo chiesto un’audizione alla terza commissione e un incontro al sindaco Lagalla e all’assessore alle Partecipate Brigida Alaimo. Chiediamo che ci sia un piano effettivo di rilancio anche a garanzia dei lavoratori e dei servizi svolti e che i problemi di tenuta economica non ricadano sui 1.100 lavoratori, già sottoposti a grosse rinunce, sia ai tempi del transito dalla Gesip alla società che con l’ultimo accordo di dicembre che la Filcams Cgil non ha sottoscritto”.