Palermo 26 maggio 2025 – Oggi si è svolto il sit-in di protesta della Filcams con i lavoratori e le lavoratrici dell’appalto pulizia dell’Uci Cinema, al Forum di Brancaccio. Il presidio è stato indetto per protestare contro il trasferimento “ritorsivo e discriminatorio“ di alcuni lavoratori dei servizi di pulizia del multisala che chiedono alla società affidataria, la Miorielli Service spa, di essere reintegrati nel loro posto di lavoro originario. In particolare, a sostegno delle mamme lavoratrici impegnate nel pulimento dei locali, si è schierato l’Udu Palermo: gli studenti universitari che fanno lezione nelle sale hanno partecipato al sit-in, ritenendo la situazione “una ingiustizia inaccettabile”.
La causa che ha scatenante le misure punitive subite dalle lavoratrici, ovvero il cambio delle fasce orarie di lavoro, la sospensione dal servizio e infine il trasferimento, è stata l’adesione allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil lo scorso 29 novembre.
Le lavoratrici, in particolare, sono state messe in difficoltà per le fasce orarie improponibili richieste dall’azienda: abituate da 12 anni a orari compatibili dal punto di vista lavorativo e familiare, all’improvviso la società affidataria ha chiesto loro di presentarsi al lavoro dalle 6 alle 9 del mattino, orario in cui ci si prepara per accompagnare i figli a scuola o al nido.
“Ormai le lezioni stanno finendo. Non capiamo perché il servizio non possa svolgersi dalle 8.30 alle 11.30, che è l’orario contrattualmente previsto – chiedono il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e il segretario Filcams Cgil Palermo Manlio Mndalari – Non ci sono più scuse, il progetto universitario volge al termine e il cinema la mattina è vuoto. E’ discriminante nei confronti delle donne, alle quali è stato detto: andate a fare le mamme se non volete lavorare. E che sia chiaro: oggi è solo l’inizio della protesta. La prossima sarà indetta quando il cinema sarà aperto al pubblico nella fascia pomeridiana”.
La Filcams annuncia il deposito di ricorsi legali proprio sull’atteggiamento ritorsivo, in particolare nei confronti delle donne impiegate sulla commessa. “L’azienda appaltante non può modificare a suo piacimento gli orari e ostacolare la conciliazione tra orari di e vita e di lavoro, mettendo nelle condizioni chi lavora di dimettersi – aggiungono Aiello e Mandalari – A qualche lavoratrice mamma che abita a Brancaccio, sprovvista di auto, è stato anche chiesto di andare a lavorare in altro appalto nei pressi di Tommaso Natale. Soltanto richieste impossibili”.
Oggi l’Unione degli Universitari – UDU Palermo, ha voluto esprimere la nostra piena solidarietà alle lavoratrici impiegate nell’appalto delle pulizie presso Uci Cinema Palermo. “Donne vittime di gravi provvedimenti ritorsivi – dichiara la coordinatrice Udu Palermo Giovanna Billitteri – per aver esercitato un diritto costituzionalmente garantito: il diritto allo sciopero. Questo episodio, che riguarda direttamente chi garantisce l’igiene e la fruibilità quotidiana degli spazi in cui anche noi studenti svolgiamo le nostre attività didattiche, ci colpisce da vicino: da mesi, infatti, molte lezioni universitarie dell’Ateneo di Palermo si tengono proprio all’interno delle sale del multisala Uci Cinema. Non possiamo accettare che chi lavora per assicurare a tutte e tutti ambienti puliti e dignitosi venga colpito per aver scioperato, e ancora di più se a farne le spese sono donne lavoratrici e madri, a cui viene negata ogni possibilità di conciliare lavoro e vita privata. In un contesto come quello siciliano, già segnato da precarietà e mancanza di opportunità, questi atti sono ancora più gravi e inaccettabili”.
La causa che ha scatenante le misure punitive subite dalle lavoratrici, ovvero il cambio delle fasce orarie di lavoro, la sospensione dal servizio e infine il trasferimento, è stata l’adesione allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil lo scorso 29 novembre.
Le lavoratrici, in particolare, sono state messe in difficoltà per le fasce orarie improponibili richieste dall’azienda: abituate da 12 anni a orari compatibili dal punto di vista lavorativo e familiare, all’improvviso la società affidataria ha chiesto loro di presentarsi al lavoro dalle 6 alle 9 del mattino, orario in cui ci si prepara per accompagnare i figli a scuola o al nido.
“Ormai le lezioni stanno finendo. Non capiamo perché il servizio non possa svolgersi dalle 8.30 alle 11.30, che è l’orario contrattualmente previsto – chiedono il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello e il segretario Filcams Cgil Palermo Manlio Mndalari – Non ci sono più scuse, il progetto universitario volge al termine e il cinema la mattina è vuoto. E’ discriminante nei confronti delle donne, alle quali è stato detto: andate a fare le mamme se non volete lavorare. E che sia chiaro: oggi è solo l’inizio della protesta. La prossima sarà indetta quando il cinema sarà aperto al pubblico nella fascia pomeridiana”.
La Filcams annuncia il deposito di ricorsi legali proprio sull’atteggiamento ritorsivo, in particolare nei confronti delle donne impiegate sulla commessa. “L’azienda appaltante non può modificare a suo piacimento gli orari e ostacolare la conciliazione tra orari di e vita e di lavoro, mettendo nelle condizioni chi lavora di dimettersi – aggiungono Aiello e Mandalari – A qualche lavoratrice mamma che abita a Brancaccio, sprovvista di auto, è stato anche chiesto di andare a lavorare in altro appalto nei pressi di Tommaso Natale. Soltanto richieste impossibili”.
Oggi l’Unione degli Universitari – UDU Palermo, ha voluto esprimere la nostra piena solidarietà alle lavoratrici impiegate nell’appalto delle pulizie presso Uci Cinema Palermo. “Donne vittime di gravi provvedimenti ritorsivi – dichiara la coordinatrice Udu Palermo Giovanna Billitteri – per aver esercitato un diritto costituzionalmente garantito: il diritto allo sciopero. Questo episodio, che riguarda direttamente chi garantisce l’igiene e la fruibilità quotidiana degli spazi in cui anche noi studenti svolgiamo le nostre attività didattiche, ci colpisce da vicino: da mesi, infatti, molte lezioni universitarie dell’Ateneo di Palermo si tengono proprio all’interno delle sale del multisala Uci Cinema. Non possiamo accettare che chi lavora per assicurare a tutte e tutti ambienti puliti e dignitosi venga colpito per aver scioperato, e ancora di più se a farne le spese sono donne lavoratrici e madri, a cui viene negata ogni possibilità di conciliare lavoro e vita privata. In un contesto come quello siciliano, già segnato da precarietà e mancanza di opportunità, questi atti sono ancora più gravi e inaccettabili”.