Palermo 29 settembre 2017 – Aveva segnalato l’introduzione di videocamere di sorveglianza sul posto di lavoro.
Ed era stato licenziato. Adesso ha vinto la sua causa anche in appello e sarà reintegrato. Il Tribunale di Palermo
ha confermato la sentenza di nullità del licenziamento di un dipendente dell’associazione nazionale Tiro a Segno,
riconoscendo il carattere “ritorsivo” del provvedimento, definito “illegittimo e discriminatorio”. Il lavoratore,
Guglielmo Canino, Rsa della Slc Cgil Palermo, aveva segnalato l’introduzione in aziende di telecamere
di videosorveglianza in violazione dell’articolo 4 della legge del 1970 che tutela la la libertà e la dignità
dei lavoratori. L’azienda l’aveva licenziato, adducendo motivi di carattere economico e la necessità
di riduzione del personale. Il rappresentante sindacale, assistito dall’avvocato Pietro Vizzini,
legale della Cgil, ha impugnato il licenziamento davanti al Tribunale di Palermo. Già il 13 gennaio scorso,
in primo grado, i giudici avevano aveva dato ragione al lavoratore. Adesso arriva la conferma del giudizio.
Esprime soddisfazione il segretario Slc Cgil di Palermo, Maurizio Rosso: “Non si può pensare
che alcuni diritti fondamentali dei lavoratori vengano calpestati. Non smetteremo di perseguire
il rispetto delle regole ed il riconoscimento dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori. La nostra battaglia
per affermare la necessità di un lavoro strutturato continua”.