“Soprattutto dopo i vari passaggi parlamentari – proseguono Pasquale De Vardo e Piero Ceraulo – il governo da un lato conferma sulla carta principi e norme a tutela dei lavoratori, compresa l’esclusione dei costi della manodopera dai ribassi, la parità di trattamento tra lavoratori in appalto e lavoratori in subappalto, il Durc di congruità etc. E dall’altro lato, però introduce un ampio ricorso all’affidamento diretto o senza gara pubblica, depotenzia gli strumenti per una maggiore qualificazione di impresa e liberalizza i livelli di subappalto. Rende cioè, nella pratica, più difficile il rispetto dei contratti collettivi, l’applicazione e verifica delle tutele per salute e sicurezza, favorendo il dumping e il nanismo aziendale e rendendo più difficile verificare la concreta applicazione della parità di trattamento economico e normativo lungo la filiera. Insomma quello che dà con la mano sinistra, toglie poi con la mano destra”.
“Al riguardo – continuano De Vardo e Ceraulo – prendiamo atto che le proposte di miglioramento, avanzate unitariamente da Cgil, Cisl e Uil al Parlamento, visto che mai si è aperto un tavolo di confronto con il Governo, non sono state prese minimamente in considerazione. Confermiamo per tanto le mobilitazioni #falacosagiusta indette per il 1° aprile contro la liberalizzazione del subappalto e ci attrezzeremo nei prossimi mesi con tutti gli strumenti dell’azione sindacale. Dalla contrattazione di anticipo, dove ve ne saranno le condizioni, alla promozione di centinaia di vertenze e denunce in risposta alle eventuali e probabili violazioni in materia contrattuale e sulla salute e sicurezza. Il governo ha scelto di ‘non fare presto e non fare bene’, non usando le risorse pubbliche per qualificare e far crescere le imprese e il settore, in barba ai diritti e alla vita delle persone. Noi non ci stiamo”.