Palermo 15 giugno 2017 – La continua ondata degli sbarchi e le farraginose procedure previste dal decreto sicurezza Minniti-Orlando stanno determinando il mal funzionamento dell’ufficio immigrazioni della Questura di Palermo, che provvede al rilascio e al rinnovo dei permessi soggiorno per i cittadini stranieri.
L’allarme lo lancia la Cgil, interprete del disagio vissuto da tantissimi lavoratori e lavoratrici residenti a Palermo. “Il personale dell’ufficio immigrazione, che normalmente si occupa delle pratiche per i cittadini migranti, è ormai quotidianamente impegnato nel fronteggiare l’emergenza sbarchi – dichiarano Calogero Guzzetta, della segreteria Cgil Palermo e Bijou Nzirirane, responsabile dell’ufficio migranti della Cgil di Palermo – Con l’aumento degli arrivi dal mare, dovuto alla stagione estiva, pur riconoscendo l’impegno profuso su questo fronte dal personale dell’ufficio stranieri, temiamo che il problema si possa aggravare ancora, con ripercussioni sul normale funzionamento degli uffici e con rinvii ancora più lunghi per il rilascio dei documenti. Gli utenti, quando il loro appuntamento già preso con mesi d’anticipo salta, raccontano il disagio di dover aspettare altri mesi per il rinnovo e il rilascio dei permessi di soggiorno, mentre la legge prevede 60 giorni”.
La Cgil chiede pertanto il potenziamento del personale dell’ufficio immigrazione di Palermo. “Chiediamo che l’ufficio venga dotato di un numero adeguato di addetti. Già oggi, chi chiede il permesso di soggiorno, riceve l’appuntamento per le impronte digitali dopo 3 mesi– proseguono Calogero Guzzetta e Bijou Nzirirane – Il ritardo danneggia i lavoratori perché perdono opportunità: non avere il permesso in mano implica l’impossibilità ad accedere a tutte le prestazioni assistenziali, per le quali è richiesta all’utente la data di scadenza del documento. Una madre senza il permesso di soggiorno valido non può chiedere il bonus bebè, un disoccupato non può chiedere l’assegno di disoccupazione, non si può fare richiesta dell’invalidità civile né degli assegni familiari. E vengono penalizzati gli studenti stranieri che devono partire per l’Erasmus o partecipare a una conferenza internazionale”.
“Come Cgil – aggiungono Guzzetta e Nzirirane – continuiamo a fare presente la nostra contrarietà rispetto ai contenuti della legge Bossi-Fini e del decreto Minniti-Orlando, che rappresentano un significativo arretramento sul piano dei diritti e della civiltà giuridica nel nostro Paese”.