Palermo 17 dicembre 2021 – Si svolgerà lunedì alle ore 9 un sit-in di Fillea Cgil Palermo e Cgil Palermo con i lavoratori delle aziende confiscate del gruppo Aiello di Bagheria sotto la sede dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia, in via Vann’Antò.
I 120 lavoratori delle tre aziende edili Ati Group, Emar ed Ediltecna a distanza di più di 5 anni dal licenziamento vantano ancora parte delle retribuzioni, il Tfr e gli accantonamenti agli enti assistenziali e previdenziali.
E mentre col presidio si chiede all’Agenzia un percorso che possa diminuire i tempi di attesa per il saldo delle spettanze e colmare con un intervento i punti deboli della normativa nella parte che riguarda la tutela economica ai lavoratori delle aziende confiscate, Cgil e Fillea in una nota segnalano al sindaco Leoluca Orlando che il 24 gennaio alle 12 scadrà il termine per la presentazione dei progetti che riguardano l’ingente patrimonio di immobili confiscati, 2 mila su tutto il territorio palermitano, di cui un migliaio a Palermo.
L’Avviso è rivolto alla valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie e rientra tra gli interventi descritti nel Pnrr, per complessivi 250 mln di euro, da destinare a proposte progettuali per la riqualificazione di intere aree e alla valorizzazione dei beni a beneficio della collettività e delle nuove generazioni.
La scadenza del 24 gennaio si avvicina. “Se rispetto ai decreti di attuazione del Pnrr il Comune continua a chiedere proroghe per la progettazione, come sui Piani urbani integrati, sulla Qualità dell’abitare, con il grande bisogno di edilizia residenziale pubblica in città, e ora sull’utilizzo dei beni confiscati, rischiamo di non vedere nulla dei finanziamenti assegnati a Palermo – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Il Comune potrebbe coinvolgere l’Università affidando la progettazione agli studenti per dare un’accelerazione. Chiedere il rinvio dei termini può rivelarsi un flop. E per le opere, come diciamo da tempo, si potrebbe attivare un meccanismo virtuoso per garantire occupazione alle migliaia di lavoratori del circuito delle aziende sequestrate e confiscate”.
L’Avviso prevede criteri premiali, in particolare per la valorizzazione di Centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio e per asili nido o micro nidi. In particolare, oltre alle altre misure, l’ “Investimento 2 – Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie”, dispone di un’assegnazione di 300 milioni di euro per la realizzazione di 200 progetti nelle otto Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
“Tutti interventi che se non si presentano i progetti non saranno mai realizzati. Lunedì intanto saremo in strada con i lavoratori – aggiungono Ceraulo e Ridulfo – per chiedere un impegno immediato da parte delle istituzioni per risolvere l’annosa vicenda del riconoscimento di quanto dovuto agli edili del gruppo Aiello, in attesa da troppo tempo delle spettanze. Abbiamo avuto in questi anni rapporti costanti e proficui con la Prefettura e con l’Agenzia. Oggi ci troviamo in un vicolo cieco rispetto a un impianto normativo sche presenta un vuoto rispetto alla tutela economica dei lavoratori delle aziende confiscate”.