I 120 anni della Camera del Lavoro di Palermo. Mercoledì 1° settembre scopertura di due targhe commemorative nella sede storica di via Montevergini e nella sede attuale di via Meli, 5. Diretta facebook sulla pagina della Cgil Palermo
Palermo 1 settembre 2021 – La Camera del Lavoro Metropolitana di Palermo, fondata il primo settembre del 1901 da Rosario Garibaldi Bosco, uno dei leader del movimento dei Fasci siciliani, quest’anno celebra i suoi primi 120 anni di storia.
Per festeggiare l’evento, il 1° settembre la Cgil Palermo ha organizzato due momenti celebrativi che si articoleranno con la scopertura di due targhe nei luoghi simbolo della Cgil in questi anni.
La prima targa sarà scoperta mercoledì alle ore 9,30, nella sede storica del sindacato, in via Montevergini, 20, nel palazzo concesso in comodato d’uso dall’allora sindaco di Palermo. Nel 1944, dopo il ventennio fascista, ricostituita la libera associazione dei lavoratori, la Cgil riprese la sua attività e nel 1980 trasferì la sede del sindacato, gravemente danneggiata dal terremoto del 1968, da via Montevergini a via Meli,5.
A seguire, in via Meli, 5, alle ore 11, ci sarà la scopertura della seconda targa commemorativa, posta all’ingresso. L’evento sarà trasmesso in diretta facebook sulla pagina dela Cgil Palermo.
La sede della Cgil Palermo di via Meli, 5 è intitolata a Giovanni Orcel, storico segretario dei metalmeccanici. Orcel fu ucciso in un agguato mafioso il 14 ottobre 1920, a pochi mesi di distanza dall’omicidio di Nicolò Alongi, dirigente del movimento contadino di Prizzi. L’attuale sede venne acquistata con la sottoscrizione e la straordinaria partecipazione dei lavoratori palermitani.
Alle iniziative di dopodomani interverranno il responsabile dipartimento legalità e memoria storica Dino Paternostro, il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cgil Sicilia Alfio Mannino, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore alle Culture Mario Zito, il segretario nazionale Cgil Emilio Miceli. Saranno presenti sei ex segretari delle Camere del Lavoro di Palermo: Luigi Colombo (1978-1981), Italo Tripi (1983-92), Emilio Miceli (1993-2000), Franco Cantafia (2001-2006), Maurizio Calà (2006-2014) e Enzo Campo (2014- 2020).
“Celebrare il 120esimo della costituzione della Camera del Lavoro di Palermo significa non solo tributare il giusto riconoscimento a una storia di donne e di uomini a capo del movimento dei lavoratori ma soprattutto riaffermare le idee che li hanno ispirati – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Idee di libertà e di riscatto sociale che hanno fatto sì che tante persone, partendo dalle proprie difficili condizioni di vita e di lavoro, si riconoscessero in una aspirazione e finalità collettiva, quella dell’unità dei lavoratori. Un’idea e una pratica attualissima per migliorare le condizioni di vita anche di oggi e propedeutica per creare le condizioni di uno sviluppo generale della società. E’ solo così che lavoratori, lavoratrici, disoccupati, precari, ancora oggi, seppure in una società profondamente diversa da quella del 1901, trovano nella Camera del lavoro un luogo e una dimensione dove i propri diritti sono i diritti di tutti, a cominciare – proprio in questi tempi di pandemia – dal diritto alla salute e dal diritto alla sicurezza nei luoghi di lavoro e nella società.
Non una lotta corporativa a difesa degli interessi di parte, di pochi, ma una dimensione e un’idea che unisce i propri bisogni con i diritti di tutti”.
“I 120 anni della Camera del lavoro – dichiara Dino Paternostro, responsabile dipartimento legalità e memoria storica Cgil Palermo – rappresentano l’occasione per rivisitare un pezzo importante della storia di Palermo e della sua area metropolitana: le prime lotte per i diritti dei lavoratori, le prime vittorie, le sconfitte. È importante sottolineare che i lavoratori protagonisti di queste lotte hanno contribuito a costruire libertà, democrazia, diritti e progresso in una terra difficile come la nostra, con una mafia forte e legata a pezzi della politica e dello Stato, pagando altissimi prezzi di sangue. Si tratta di un pezzo di storia che varrebbe la pena raccontare alle giovani generazioni”.