Ospedale Giglio, il 30 novembre sciopero del personale medico. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Cimo proclamano la prima azione di protesta per chiedere l’adeguamento retributivo. “Un medico esperto con 16 anni di servizio e uno specialista neo assunto guadagnano la stessa cifra”.
Palermo 18 novembre 2021 – Il 30 novembre sciopero del personale medico dell’Ospedale Giglio di Cefalù. E’ la prima azione di protesta indetta da Fp Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl-Cimo dopo lo stato di agitazione proclamato nel settembre scorso per chiedere un incremento contrattuale per il personale medico, che da anni attende il riconoscimento.
L’8 ottobre si è svolto il tentativo di conciliazione con la Prefettura di Palermo. nell’ambito della procedura di raffreddamento della vertenza in corso, conclusa con esito negativo. Da allora, tutto è rimasto immutato. Oggi è stata indetta la prima giornata di mobilitazione, che prevede l’astensione dal lavoro per l’intero turno lavorativo e in tutti i turni. Durante lo sciopero, saranno garantiti i contingenti di personale a garanzia dei servizi minimi previsti.
I medici della Fondazione chiedono alla presidenza dell’ospedale Giglio un trattamento economico che riconosca sia l’anzianità di servizio, con incrementi retributivi per tutti i medici dopo 5, 10 e 15 anni di servizio, sia i ruoli di responsabilità. Le risposte arrivate dall’azienda non sono state ritenute sufficienti, le aspettative legittime dei medici sono state “mortificate” e gli impegni sull’eventuale incremento economico non sono stati “soddisfacenti”.
“Il malessere – dicono i sindacati – è presente da molti anni e deriva dal fatto che non si è mai provveduto a un adeguamento delle retribuzioni che tenesse conto del progressivo incremento dei carichi di lavoro, dell’anzianità di servizio, delle competenza maturate e, non ultimo, del progressivo incremento del costo della vita”.
La minore retribuzione dei medici della Fondazione rispetto a quella dei medici degli ospedali pubblici, sommata al mancato riconoscimento dell’anzianità di servizio rispetto al servizio prestato negli ospedali pubblici, rappresenta per le sigle sindacali “una causa importante della fuga di professionisti che abbiamo osservato in passato e continuiamo ad osservare ancora adesso”.
In pratica, un medico percepisce oggi la stessa remunerazione di 16 anni fa. “E questo è semplicemente inaccettabile – denunciano i medici – Per non parlare del fatto che, senza un corretto riconoscimento economico delle professionalità, è impossibile ipotizzare alta qualità assistenziale, neanche all’ombra di apparecchiature tecnologicamente avanzatissime. In pratica il neo-specialista ha la stessa remunerazione del medico esperto. In molte unità operative non sono riconosciuti ruoli di responsabilità per competenze professionali di particolare rilievo né per direzione di unità funzionali né per direzione di unità semplici”.
“La mancata graduazione degli stipendi – osservano ancora i sindacati – minaccia la qualità dell’assistenza perché demotiva la trasmissione del sapere, disincentiva l’assunzione di responsabilità da parte degli anziani, scoraggia la fidelizzazione all’ospedale e chi può va a lavorare altrove”.
I medici della Fondazione hanno apprezzato la lungimiranza della presidenza nell’avere deciso di investire sull’aggiornamento tecnologico. “Tuttavia nessuna tecnologia avrà valore senza medici di alto profilo culturale: tecnologie e competenza devono andare di pari passo”, aggiungono i medici.
“Rispetto all’annosa richiesta di adeguamento degli stipendi, ai sindacati viene risposto che il contratto collettivo nazionale delle case di cura private è sempre stato rispettato. Tuttavia – aggiungono le sigle sindacali- facciamo notare che il contratto Aiop applicato finora è del tutto inappropriato rispetto al tipo di assistenza erogata, ossia assistenza di altissima intensità e complessità, non comparabile, neanche lontanamente, a quella erogata nelle case di cura e all’ospedalità privata cui il contratto Aiop fa riferimento”.
I medici della Fondazione Giglio rivendicano il merito di avere garantito il funzionamento di questo ospedale in anni difficilissimi. “Francamente non è accettabile la retorica per cui i medici sono eroi nel momento della difficoltà ma non meritano il riconoscimento economico della loro professionalità – Negli ultimi 7-8 anni abbiamo completamente congelato le nostre legittime richieste, in forma di rispetto delle gravi difficoltà finanziarie della Fondazione e, più recentemente, di quelle legate alla pandemia. Rivendichiamo anche il merito di non avere mai assunto iniziative che, benché legittime, fossero dannose per i pazienti, come scioperi o interruzioni di attività. Ci aspettiamo, però, che il nostro comportamento rispettoso sia apprezzato e che l’apprezzamento si traduca in soluzioni concrete”.