Sispi, proclamato lo stato di agitazione del personale della spa comunale. “La Direzione aziendale ripristini corrette relazioni sindacali. Troppi temi aspettano soluzioni e nel frattempo i lavoratori stanno perdendo pezzi di retribuzione”.
Palermo 4 febbraio 2021 – Stato di agitazione alla Sispi, con il blocco delle attività in regime di straordinario. A proclamarlo, a seguito dell’assemblea dei dipendenti, i componenti della Rsu Giovanni Cozzo, Antonio Flaccomio e Giuseppe Di Giorgi congiuntamente ai segretari provinciali di Fiom Cgil e Fim Cisl Angela Biondi e Antonio Nobile. L’origine della protesta deriva dall’impossibilità, dopo ripetute richieste e incontri, di trovare soluzioni condivise per regolamentare l’attività lavorativa in smart-working messa in atto in maniera massiccia a causa della pandemia. Il 27 gennaio è fallito l’ultimo tentativo di confronto con la direzione aziendale.
I lavoratori di Sispi, assieme a Fiom Cgil e Fim Cisl, chiedono adesso l’intervento urgente dell’amministrazione comunale e del cda di Sispi “per superare, con atti concreti, questa fase di stallo e ripristinare le positive relazioni sindacali esistenti con le precedenti direzioni aziendali”.
Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria da Covid-19, i lavoratori della spa comunale Sistema Palermo Innovazione hanno garantito la propria attività e consentito così alla partecipata di continuare a erogare i servizi ai cittadini e all’amministrazione comunale facendo ricorso allo smart-working.
In quel periodo, scrivono in una nota dipendenti e sindacati “si è compreso lo sforzo che la Sispi, col contributo fattivo dei suoi lavoratori, ha dovuto fare per garantire la prosecuzione dei servizi erogati” e l’attività sindacale ha riguardato principalmente il tema della sicurezza sanitaria sul posto di lavoro.
L’esigenza adesso è quella di regolamentare l’attività lavorativa in regime di smart-working visto anche il protrarsi dell’emergenza sanitaria. “Regolamentazione che si è resa oramai necessaria e urgente – dichiarano la Rsu assieme ai segretari di Fiom e Fim – Dal mese di marzo 2020 a oggi, lo smart working ha determinato per i lavoratori di Sispi la perdita di diverse voci retributive e accessorie quali, ad esempio, il buono pasto e lo straordinario che sebbene fatto non viene riconosciuto e, di conseguenza, ingenti risparmi economici per l’azienda”.
Le organizzazioni sindacali premono per una regolamentazione del lavoro agile finalizzata a forme di recupero delle risorse economiche perdute dai lavoratori in smart-working in questi mesi. “Purtroppo – aggiungono le Rsu e le sigle sindacali di Fiom Cgil e Fim Cisl – abbiamo dovuto registrare la totale indisponibilità della direzione aziendale in tal senso. La dimostrazione di ciò sta nella recentissima bozza sulla regolamentazione del lavoro agile proposta dai vertici aziendali, ove appare evidente la distanza abissale dalle richieste del sindacato, regolamentazione che peraltro è pensata solo per il post-pandemia”.
Inoltre, da circa un anno, la Rsu dei lavoratori di Sispi chiede il rispetto di quanto doveva essere riconosciuto ai lavoratori sulla base del regolamento di valutazione delle prestazioni individuali ai fini delle progressioni economiche e di carriera (approvato con delibera del cda Sispi l’8 giugno 2017). Processo avviato e attuato dalle precedenti direzioni aziendali e “inspiegabilmente interrotto dall’attuale direzione aziendale”.
A febbraio dello scorso anno, sia il presidente che il direttore generale della Sispi, avevano confermato verbalmente ai sindacati la volontà di procedere in tal senso. Ma non è mai stata intrapresa nessuna iniziativa concreta.
“Altro tema critico – sottolinea la Rsu di Sispi assieme a Fiom e Fim – è la politica di rinnovo generazionale del personale. La direzione aziendale, nel piano industriale e nelle audizioni presso le commissioni consiliari, ha parlato apertamente di nuove assunzioni, senza che vi sia, a nostra conoscenza, nessun piano o strategia al riguardo e senza ricercare alcun coinvolgimento del sindacato”. Mancanza di coinvolgimento delle parti sociali, come peraltro previsto dal vigente ccnl, che si è registrata anche in occasione della recente riorganizzazione aziendale varata dalla dirigenza malgrado la Rsu abbia offerto la propria disponibilità “a collaborare in senso propositivo con l’intento di migliorare il clima aziendale e la qualità del lavoro”.
Il 27 gennaio, l’ultimo “infruttuoso incontro sindacale tra la Rsu e la direzione aziendale Sispi, dal quale è emerso, ancora una volta, l’assenza di volontà a trovare soluzioni condivise”. L’assemblea dei dipendenti e le segreterie di Fiom e Fim si riservano, in attesa di positivi riscontri alle rivendicazioni sindacali, “di mettere in atto ulteriori forme di lotta che si renderanno necessarie per difendere i legittimi interessi e il futuro dei lavoratori”.